Ex caserma della Neve a Piacenza - Jurina & Radaelli
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La messa in sicurezza dell’ex caserma della Neve

Un progetto in più fasi per il Polo di Piacenza del Politecnico di Milano

Il processo per la messa in sicurezza della struttura dell’ex caserma della Neve, situata a Piacenza e costruita tra il 1887 e il 1888, è stato diviso in due fasi. La prima ha previsto la messa in sicurezza degli archi in muratura fessurati; mentre la seconda ha riguardato il chiostro, con cuciture armate dei pilastri ed integrazione delle catene mancanti.

L’attività di progettazione ha interessato l’analisi del comportamento globale dell’edificio e, in particolare, quello delle volte, con particolare attenzione a quelle fessurate. Sono state eseguite numerose indagini conoscitive, tra cui si citano stratigrafie per la valutazione di elementi decorativi nascosti sotto intonaco, endoscopie per ricavare gli spessori delle volte, prove dinamiche per la valutazione delle frequenze proprie dell’intero edificio soggetto a vibrazioni ambientali, prove di caratterizzazione meccanica delle murature mediante martinetti piatti e monitoraggio delle fessure.

I dati sono confluiti in un modello numerico ad elementi finiti, che ha permesso di valutare le vulnerabilità della struttura e di progettare gli interventi di consolidamento necessari, riconducibili a due fasi esecutive.

Fase 1: Messa in sicurezza degli archi in muratura fessurati
In seguito ai sopralluoghi condotti è emersa la necessità di intervenire con opere di messa in sicurezza e consolidamento statico degli archi in muratura presenti in alcuni ambienti al piano terra. È stata prevista la realizzazione di doppi archi metallici composti da piastre di spessore 15 mm, di larghezza pari a quella dell’arco in muratura e divisi in settori di sviluppo pari a circa 1,5 m. I nuovi archi hanno una curvatura simile all’arcata esistente e sono stati posati in aderenza al profilo murario.
I piatti, inferiori e superiori, sono stati resi collaboranti mediante saldature a “bottone” realizzate riempiendo i fori predisposti sui piatti a vista; le unioni saldate sono state levigate prima della tinteggiatura, così da rendere la superficie perfettamente piana. 
Il completamento dell’opera ha assicurato il contatto tra la struttura esistente e quella nuova. Per garantire tale risultato, il vuoto tra murata e arco metallico è stato riempito con malta a ritiro compensato.
Il fine ultimo è rimasto sempre quello di creare un intervento conservativo, strutturalmente efficace, che abbia il massimo rispetto dell’esistente garantendo la piena leggibilità della struttura originaria.
Otto diversi ambienti sono stati sottoposti a questo tipo di intervento: stanza segreteria, laboratorio IV, aula magna, aula al piano terra della manica ovest.

Fase 2: Messa in sicurezza del chiostro, cuciture armate dei pilastri ed integrazione delle catene mancanti
La seconda fase progettuale, relativa alla messa in sicurezza e al consolidamento statico dell’ex Caserma della Neve, ha richiesto che fossero ripristinate le condizioni di continuità materica degli elementi del chiostro.
Un obiettivo che è stato raggiunto tramite la ricucitura della muratura dei pilastri, nelle zone fessurate e grazie alla integrazione delle catene di contrasto degli archi, nelle zone dove risultano mancanti. 
Le cuciture armate sono state eseguite in corrispondenza delle varie zone fessurate dei pilastri utilizzando, per ciascuna di esse, un totale di 16 barre inox di diametro 5 mm, inserite sui quattro lati del pilastro, quattro cuciture per lato. La microcucitura della muratura, che è stata preceduta dalla sigillatura delle fessurazioni presenti e da micro-iniezioni di malta di calce, ha ripristinato anche la continuità materica.

A comprova dell’efficacia delle catene storiche, è stata realizzata una campagna diagnostica di misurazione della tensione di tutte le catene esistenti, mediante prove dinamiche a vibrazione.
Oltre a restituire il valore di tiro dei singoli elementi, queste misurazioni hanno permesso di valutare eventuali anomalie e, di conseguenza, la necessità di intervenire con integrazioni di catene aggiuntive.

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