La prima fase, propedeutica alle verifiche strutturali, ha riguardato un’approfondita fase diagnostica, condotta con la società specializzata P&P LPM. Grazie ad un rilievo laser scanner è stata rilevata in dettaglio tutta la copertura, sia all’intradosso, sia all’estradosso, dei quattro bracci e della cupola ottagonale.
La ricerca storica d’archivio, condotta presso l’archivio civico comunale di Milano, ha permesso di ripercorrere le vicende costruttive della copertura ed ha fornito interessanti informazioni sui materiali e sulle modalità esecutive. Di fondamentale importanza sono risultati, infatti, i disegni progettuali del Mengoni ed i computi metrici, attraverso i quali è stato eseguito un puntuale confronto con quanto realizzato. Non ultime, le immagini storiche post bombardamento del 1943 hanno evidenziato le porzioni crollate, e dunque ricostruite, rispetto a quelle originali del 1860.
La campagna diagnostica è stata indirizzata prevalentemente alla caratterizzazione meccanica dei materiali, attraverso prelievi di talloni in ferro appartenenti alle differenti componenti strutturali e mediante diffuse prove durometriche.
A livello globale è stato indagato il comportamento dinamico degli archi dei quattro bracci e della cupola e sono state condotte prove di carico statico, applicando un tiro verticale sull’arco, utilizzando vasche d’acqua collocate a terra e lunghe catene di collegamento.
Nonostante la situazione di non pericolosità generale, è stato necessario progettare alcuni interventi strutturali importanti, tra cui la ripresa degli appoggi dell’ottagono centrale, numerosi ripristini locali laddove i chiodi e le bullonature risultavano in parte ossidati o perduti, la verniciatura di tutti gli elementi in ferro ed il ripristino di un corretto smaltimento delle acque meteoriche.
A livello strutturale globale, la copertura in ferro e vetro non ha mostrato preoccupati vulnerabilità, come gli accurati modelli numerici ad elementi finiti, implementati sulla scorta delle prove dinamiche, hanno dimostrato. Non ultimo, è stato affrontato il tema della sostituzione parziale o totale dei vetri. Gli originali vetri, forniti dalla ditta Saint Gobain, come mostrano i documenti storici d’archivio, furono già sostituiti a più riprese, nell’immediato secondo dopoguerra e poi ancora negli anni Ottanta, impiegando vetri retinati. Il progetto ha previsto la completa sostituzione con nuove lastre stratificate, con interposto uno strato in PVB per renderli più sicuri, sufficientemente trasparenti, ma capaci di filtrare la luce senza creare un indesiderato “effetto serra” all’interno della Galleria.
In conclusione, le prove dinamiche e le modellazioni numeriche che hanno simulato gli effetti che un carico sismico potrebbe esercitare sulla struttura, ci hanno permesso di svolgere un’attività innovativa, mai praticata prima su una struttura in acciaio e vetro della tipologia della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
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