La proposta del nostro studio, che ha lavorato in collaborazione con P&P, si è fondata sulla diagnostica e sulla modellazione molto accurata degli elementi finiti, utilizzando un sistema “laser scanner”. In particolare, la copertura in ferro e vetro della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è stata accuratamente esaminata tramite sopralluoghi ed ispezioni visive, anche ravvicinate tramite PLE, andando a evidenziare una situazione generale di non pericolosità, ma che necessitava evidentemente di una serie di interventi piuttosto importanti.
I principali degradi strutturali che abbiamo riscontrato coinvolgevano le strutture esposte agli agenti atmosferici, non più protette da antiruggine e da vernici di finitura. Apparivano gravemente compromessi gli appoggi degli arconi della cupola, che mancavano di bulloni tra concio terminale dell’arco e l’elemento di cerniera e la sottostante trave di appoggio. Particolarmente corrose anche le ali inferiori del concio terminale dell’arcone e, in stato di avanzato degrado, prossimo l’esfoliazione, i 4 distanziatori in ferro posti tra il concio finale e la sottostante cerniera.
I sopralluoghi hanno mostrato anche alcune situazioni di rottura dei vetri, seppur puntuali e limitate, e distacchi o mancanze del sigillante tra le lastre, nonostante gli interventi di manutenzione e sostituzione puntuale, eseguiti negli anni più recenti. Non ultimo, abbiamo evidenziato anche un inefficiente sistema di smaltimento delle acque meteoriche, che per molte situazioni risulta essere la causa dei fenomeni di corrosione.
Così, avendo evidenziato come la causa delle problematiche della situazione conservativa fosse legata alla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria pluriennale, abbiamo realizzato il progetto con lo scopo di conservazione delle superfici e di consolidamento strutturale.
Abbiamo previsto alcuni interventi puntuali ed altri estesi all’intera struttura. Per quanto riguarda gli interventi puntuali, una situazione particolarmente critica da risolvere coinvolge gli appoggi degli 8 arconi della cupola. La prolungata assenza di regimazione delle acque piovane è stata la causa di una significativa corrosione delle cerniere. Di fronte a questa situazione è stato necessario prevedere:
1. Realizzazione e posa in opera di una struttura provvisionale di sostegno, provvista di martinetti idraulici, affinché l’appoggio possa essere lievemente sollevato rispetto alla attuale posizione;
2. Rimozione delle 4 zeppe in acciaio corrose ed in fase di esfoliazione dalla cerniera;
3. Rimozione della patina di ossido mediante spazzolatura manuale o micro-sabbiatura, passivazione e trattamento del ferro delle piastre (inferiore e superiore) della cerniera, prima della posa delle nuove zeppe;
4. Sostituzione delle 4 zeppe con nuovi elementi, analoghi agli esistenti;
5. Rimozione dei martinetti e della struttura provvisionale;
6. Passivazione dell’intera cerniera e della porzione di arcone esposto all’esterno, mediante trattamento protettivo antiossidante;
7. Ripristino dell’unione mediante bulloni in acciaio inox di classe 10.9;
8. Trattamento a 2 mani di verniciatura del nodo di appoggio e del tratto di arcone esposto agli agenti atmosferici.
Si prevede inoltre l’intera sostituzione, mediante pannelli in zinco-titanio, aggraffati ad una struttura di supporto, della lamiera zincata che costituite la tamponatura dietro i quattro archi di spigolo dell’ottagono centrale della navata.
Infine, si prevedono ulteriori interventi di ripristino sia della raccolta delle acque dalle coperture alla zona di imposta della cupola e delle volte dei bracci, sia da tale zona fino a quota terra, oltre che la sostituzione dei vetri della cupola dei 4 bracci dei lanternini, con nuovi vetri di sicurezza.
Il nostro studio si è fermato a questa fase intermedia del progetto dopo un lavoro svolto con grande attenzione e ricercatezza, con l’uso di modelli molto interessanti, tra cui prove dinamiche che hanno simulato gli effetti che un carico sismico potrebbe esercitare sulla struttura. Un’attività innovativa che non era mai stata praticata prima su una struttura della tipologia della Galleria Vittorio Emanuele.
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