Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle a Milano - Jurina & Radaelli
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Il recupero storico dell’Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle

L’intervento incentrato sulla Torre Nolare

Fondata nel 1135 da S. Bernardo di Clairvaux, l’Abbazia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle è una delle più belle d’Italia, nel suo stile romanico e con i suoi affreschi di unica bellezza.

L’Abbazia di Chiaravalle è monumento vivo, dal forte valore storico e sociale. Voluta e finanziata dal popolo di Milano (in particolare dalle famiglie Archinto e Torriani), oggi è sede di corsi, laboratori, performances d’arte, meta di pellegrinaggi o di semplici visite.

Con la sua costruzione, nel tempo i monaci cistercensi contribuirono ad introdurre a Milano una cultura nuova e funzionale in grado di cambiare l’intera immagine della città. Per questa particolare ragione, a differenza di quanto previsto dai canoni di S. Bernardo, l’Abbazia possiede una ricchezza d’arte insolita, frutto dell’evoluzione di una colta committenza, una tra tutte la Torre Nolare del 1329 (attribuita all’architetto Francesco Pecorari di Cremona).

Il nostro primo intervento ha riguardato la Torre Nolare, di pianta ottagonale, realizzata su più livelli e in muratura piena, è stata rimaneggiata più volte. Nonostante l’interno si presentasse in buone condizioni, l’interno cilindrico e cavo della torre necessitava di un aumento della capacità di resistenza, in particolare in corrispondenza dell’incastro di base.

L’elevata massa della torre ha portato nel tempo alla formazione di fessurazioni e di cedimenti per schiacciamento nella zona dell’arco trionfale e nelle volte del presbiterio e del transetto nord, per questa ragione, diventando la torre la parte più debole dell’Abbazia in casi di terremoto, abbiamo progettato un intervento di restauro della stessa. L’intento del restauro era quello della conservazione delle integrazioni otto/novecentesche insieme alle stratificazioni più significative.

In particolare, abbiamo rinunciato a completare le parti mancanti o lacunose (anche se decorative), soprattutto laddove non necessario sotto il profilo funzionale, di sicurezza e di garanzia della durabilità dell’intervento. La metodologia adottata ha previsto: un pre-consolidamento delle superfici decoese, con sospensione di nanosilice in soluzione acquosa per le pietre silicatiche, con fosfato d’ammonio per le pietre carbonatiche; un consolidamento strutturale in profondità alle murature con Geocalce FL Antisismico, effettuato con iniezioni puntuali per il ripristino delle fughe tra i laterizi; un consolidamento strutturale di livello superficiale con Geocalce F Antisismico per ripristinare la continuità strutturale delle murature soggette all’azione erosiva degli agenti atmosferici; una pulitura ad umido per ammorbidire le croste nere, oltre che per nebulizzare e di conseguenza sciogliere i depositi superficiali; l’applicazione, a spruzzo e a pennello, di una soluzione biocida a largo spettro d’azione, con la possibilità di operare un’asportazione meccanica sulle colonie più adese alle superfici.

Per finire, sono state completate delle puliture puntuali con l’impiego di impacchi in carbonato d’ammonio (sempre con la possibilità di asportare meccanicamente tramite bisturi, piccole spatole ed apposite spazzole) e un trattamento specifico di passivazione per le parti metalliche con smalto ferromicaceo.

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