Castello di San Michele a Volturara Irpina - Jurina & Radaelli
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La rinascita di un bene di grande valore storico e paesaggistico

Il castello di San Michele a Volturara Irpina

Uno dei castelli più belli ed antichi del paesaggio appenninico, il castello di San Michele, versa in uno stato di abbandono.

Un edificio storico che necessita di considerevoli e pronti interventi di messa in sicurezza strutturale, con il fine di preservarlo.
Il progetto di consolidamento strutturale ha riguardato diversi ambiti del bene monumentale ed ha individuato soluzioni puntuali ad ogni criticità. Si citano a tal proposito le torri d’angolo, le volte della piazza d’armi e le mura.

Il quadro fessurativo delle torri d’angolo ha evidenziato, per ciascuna di esse, il mancato ammorsamento tra le quattro pareti perimetrali. Si è previsto pertanto di eseguire un intervento di cerchiatura a 3 livelli, con barre in acciaio, e di cucitura diagonale in corrispondenza degli angoli.
A tali interventi di consolidamento globale si aggiungono interventi locali di ripristino della continuità muraria, al fine di restituire alla parete un’adeguata monoliticità, tramite il rimpiego di pietre già presenti in situ a colmare le lacune presenti. L’integrazione muraria, che risulterà distinguibile grazie alla posa sottosquadro delle pietre, ha previsto l’impiego del sistema denominato “Reticulatus”; la tecnica di rinforzo consiste nell’inserimento nei giunti di malta di una maglia continua realizzata con sottili trefoli in acciaio inox, i cui nodi sono fissati al paramento murario mediante barre perpendicolari alla superficie, anch’esse in acciaio inox.

Per la volta integra della “piazza d’armi” sono stati previsti interventi di tipo locale, finalizzati a risarcire l’evidente quadro fessurativo ed a restituire monoliticità alla muratura, ed interventi globali, con l’intento di incrementarne la resistenza ai nuovi carichi di progetto.
A livello globale sono stati previsti due interventi che lavorano in parallelo, ossia una sottile cappa estradossale, alla quale si affianca la tecnica di rinforzo denominata “Arco Armato”.

La volta crollata verrà invece ricostruita mediante centine calandrate in tubolari di acciaio e lamiera estradossale, anch’essa in acciaio. I nuovi tubolari si innesteranno sulle porzioni residue della volta, mediante piastre solidarizzate alla muratura con barre inghisate.

Infine, per le mura perimetrali controterra sono stati progettati interventi di ripristino locale, quali scuci-cuci, iniezioni e stilatura armata dei giunti.
A livello globale è stato previsto l’inserimento di tiranti in trefolo d’acciaio.

Dopo essere stato parte della storia del territorio, il castello potrà godere di una nuova vita, quando il progetto di valorizzazione sarà realizzato.

Pasquale Miano (architettura), Lorenzo Jurina (strutture) Hub engineering A.R.L. (impianti), Luca Cozzolino (geologo)

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