Progetto per il Duomo di Cremona - Jurina & Radaelli
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Il progetto per il Duomo di Cremona

Interventi di recupero e consolidamento strutturale

Il forte degrado strutturale del Duomo di Cremona e la presenza di fenomeni di dissesto, monitorati per sei anni, hanno reso necessario un deciso anche se rispettoso intervento di consolidamento.

In preparazione del progetto abbiamo intrapreso una fase conoscitiva caratterizzata dalla ricerca storica, in particolare, da un meticoloso rilievo geometrico eseguito con “laser scanner” e da una campagna diagnostica. Sono state condotte indagini geologiche, rilievo e monitoraggio del quadro fessurativo, sondaggi ispettivi, per conoscere le caratteristiche della muratura, martinetti piatti singoli e doppi, e prove dinamiche che hanno fornito, al termine dell’intera campagna, un quadro esaustivo dello stato di degrado del manufatto esistente e delle prestazioni residue.

Questa lunga fase analitica ha consentito di comprendere i cinematismi in atto, valutare le necessità statiche e sismiche della fabbrica e scegliere alcuni interventi di consolidamento mirati e rispettosi nei confronti del pregevole ed unico oggetto edilizio. Il progetto di consolidamento, mirato alla risoluzione dei problemi statici, è stato guidato da alcuni principi ispiratori, in grado di qualificare l’operazione sul piano etico e nel rispetto del bene culturale.

Il tema del contrasto alle spinte orizzontali degli arconi della navata centrale è stato realizzato con soluzioni innovative studiate “ad hoc”. Nella parte alta della cattedrale, alla quota della copertura della navata centrale, sono state ubicate sette travi reticolari metalliche binate, con una forma “a boomerang”. Tali travi, accoppiate sui due lati degli arconi presenti nel sottotetto, presentano i correnti estradossali paralleli alle falde del tetto, mentre i correnti intradossali seguono il profilo delle volte. Ciascuna trave boomerang è collegata, in corrispondenza degli appoggi di estremità, ad un sistema costituito da barre in acciaio, disposte a forma di V, e da un “puntone telescopico”; quest’ultimo, appoggiato al vertice della V ed opportunamente “allungabile”, induce una reazione di contrasto alla spinta orizzontale dell’arcone, in corrispondenza dell’imposta. Il sistema realizzato risulta completamente a vista, favorendo la manutenzione e la possibilità di variare la lunghezza del puntone, quindi l’entità della spinta di contenimento esercitata all’imposta delle volte.

Alla quota dei matronei è stato realizzato un sistema di travi reticolari tridimensionali.
La nuova struttura apporta un incremento globale alla rigidezza dell’intero edificio, agendo come diaframma di ripartizione delle azioni orizzontali. A completamento delle opere strutturali, le travi reticolari sono state rivestite con una nuova pavimentazione in legno, garantendo così la percorribilità di tutta la zona dei matronei. Grazie al nuovo piano di calpestio viene garantita la manutenibilità delle strutture, attraverso un comodo accesso e, contemporaneamente, si favorisce la frequentabilità di questo luogo da cui è possibile apprezzare alcuni dettagli della fabbrica storica e i sistemi di rinforzo che si integrano con essa.

Si è lavorato inoltre sulle coperture. Nella posa del nuovo manto di copertura si è scelto invece, di inserire una nuova struttura di controventamenti in acciaio ed un doppio assito ligneo incrociato, guaina ondulata impermeabile all’acqua, coppi recuperati dal manto esistente, disposti in modo ordinato, con integrazioni.

Uno degli aspetti valutati nella posa dei coppi, per far fronte alle problematiche di caduta delle tegole, è stato l’uso sistematico di ganci ferma coppo, sia di tipo tradizionale sia di tipo speciale per l’ancoraggio all’assito. In tal modo viene assicurata la tenuta di tutta la copertura anche sotto forti azioni del vento.

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