Progetto per il Duomo di Cremona - Jurina & Radaelli
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Il progetto per il Duomo di Cremona

Interventi di recupero e consolidamento strutturale

Interventi di consolidamento mirati e rispettosi del pregevole ed unico oggetto edilizio

Subito dopo la costruzione, nel XII secolo, il Duomo di Cremona venne colpito da un terremoto che distrusse parte delle opere strutturali e danneggiò molti elementi decorativi. Il forte degrado e la presenza di fenomeni di dissesto, monitorati per sei anni, hanno reso necessario un deciso anche se rispettoso intervento di consolidamento.

In preparazione del progetto abbiamo intrapreso una fase conoscitiva caratterizzata dalla ricerca storica, in particolare, da un meticoloso rilievo geometrico eseguito con “laser scanner” e da una campagna diagnostica. Sono state condotte indagini geologiche, rilievo e monitoraggio del quadro fessurativo, sondaggi ispettivi, per conoscere le caratteristiche della muratura e molte altre prove che hanno fornito e, al termine dell’intera campagna, un quadro esaustivo dello stato di degrado del manufatto esistente e delle prestazioni residue.

Questa lunga fase analitica ci aiutati a comprendere i meccanismi dei cinematismi in atto, valutare le necessità statiche della fabbrica e scegliere alcuni interventi di consolidamento mirati e rispettosi nei confronti del pregevole ed unico oggetto edilizio. Il progetto di consolidamento, mirato alla risoluzione dei problemi statici, è stato guidato da alcuni principi ispiratori, in grado di qualificare l’operazione sul piano etico e del rispetto del bene culturale.

Il tema del contrasto alle spinte orizzontali è stato realizzato con soluzioni innovative studiate “ad hoc”. Nella parte alta della cattedrale, sette travi reticolari metalliche binate (con una forma “a boomerang”) sono state ubicate nella zona del sottotetto della navata centrale. Queste travi, accoppiate sui due lati degli arconi presenti nel sottotetto, hanno i correnti estradossali paralleli alle falde del tetto ed i correnti intradossali che seguono il profilo delle volte. Ciascuna trave boomerang è collegata, in corrispondenza degli appoggi di estremità, ad un sistema costituito da barre in acciaio a forma di V e da un “puntone telescopico”; quest’ultimo, appoggiato al vertice della V ed opportunamente “allungato”. Questo sistema risulta completamente a vista, favorendo la manutenzione e la possibilità di variare la lunghezza del puntone, quindi l’entità della spinta di contenimento esercitata all’imposta delle volte.

La nuova struttura apporta un incremento globale alla rigidezza dell’intero edificio, agendo come diaframma di ripartizione delle azioni orizzontali. A completamento delle opere strutturali, le travi reticolari sono state rivestite con una nuova pavimentazione in legno, garantendo così la percorribilità di tutta la zona dei matronei. Grazie al nuovo piano di calpestio viene garantita la manutenibilità delle strutture, attraverso un comodo accesso e, contemporaneamente, si favorisce la frequentabilità di questo luogo da cui è possibile apprezzare alcuni dettagli della fabbrica storica e i sistemi di rinforzo che si integrano con essa.

Nella posa del nuovo manto di copertura si è scelto invece, di inserire, tra l’assito e i coppi recuperati, una nuova guaina impermeabile ma traspirante per garantire una migliore tenuta all’acqua. La nuova stratigrafia del tetto si compone quindi di orditura secondaria dotata di controventamenti in acciaio, doppio assito ligneo incrociato, guaina ondulata impermeabile all’acqua, coppi recuperati dal manto esistente, disposti in modo ordinato, con integrazioni.

Uno degli aspetti valutati nella posa dei coppi, per far fronte alle problematiche di caduta delle tegole, è stato l’uso sistematico di ganci ferma coppo, sia di tipo tradizionale sia di tipo speciale per l’ancoraggio all’assito. In tal modo viene assicurata la tenuta di tutta la copertura anche sotto forti azioni del vento.

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