Cripta del Sacro Monte di Varese - Jurina & Radaelli
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La cripta del Sacro Monte di Varese

Progetto di consolidamento statico di un bene prezioso

La cripta del Santuario di Santa Maria del Monte sopra Varese risale alla prima fase edificatoria della chiesa, oggetto del nostro intervento di consolidamento statico. Il Santuario è diviso in 9 campate regolari a volte, dove la cripta si sviluppa in uno spazio scandito da colonne esili. La costruzione dell’altare maggiore seicentesco all’interno della soprastante chiesa di Santa Maria ha inevitabilmente aumentato il carico gravante sulle colonne stesse.

Già negli anni ‘30, venne realizzato all’interno della cripta un sistema di rinforzo passivo della struttura voltata, perciò, come primo passo, abbiamo realizzato uno studio del comportamento statico della cripta con un modello ad elementi finiti in cui abbiamo schematizzato i principali elementi della struttura. Dall’analisi fatta, abbiamo realizzato il progetto di consolidamento che ha previsto la rimozione dei pilastri in muratura e delle travi in acciaio posizionate nel 1931, sostituendone la funzione statica.

Le ultime prove di iniezione condotte presso la cripta ci hanno spinto a scegliere per una soluzione che non si limitasse a coinvolgere il solo volume del riempimento tra volte ed altare, ma ha poi previsto un intervento “a vista” realizzato dall’interno della cripta, senza interessare con il cantiere gli spazi del soprastante Santuario.

L’ultima fase della progettazione, invece, ha previsto l’uso di puntellazioni metalliche di varia geometria, (a formare una sorta di “gazebo”) che si affiancano strutturalmente alle colonne lapidee esistenti, per funzionare in parallelo ad esse e contribuire a sgravarne parzialmente i carichi, consentendo così l’eliminazione dei pilastri murari. L’elemento di rinforzo è stato posizionato all’intradosso di sei archi, quattro centrali e due esterni.

L’ambiente in cui ci siamo trovati a lavorare è risultato piuttosto vincolante per via delle sue caratteristiche storico-artistiche e dimensionali, per questa ragione abbiamo suggerito l’uso di strutture componibili in loco, con collegamenti a freddo. Questo significa che in officina sono stati realizzati “macro-pezzi” con saldature, trasportati e uniti in sito tramite bulloni. La forma della sezione dei profili ci ha consentito di sfruttare le due cavità laterali, correnti per tutto lo sviluppo del “gazebo”, come canaline impiantistiche per il posizionamento di punti luce. Inoltre, l’integrazione tra l’approccio strutturale e quello impiantistico ci ha permesso di realizzare un nuovo impianto di illuminazione capace di valorizzare le caratteristiche della cripta, evitando successivi ed ulteriori lavori.

Per finire, il consolidamento delle volte è avvenuto con cuciture armate, ovvero barre filettate in acciaio inox Φ16 inghisate nella muratura con malta da inghisaggio. Queste hanno permesso di ottenere un miglioramento della duttilità e della resistenza del materiale. Questo intervento ha avuto anche il vantaggio di collegare il “gazebo” strutturale alle volte in muratura, mettendo in forza il nuovo elemento metallico e contribuendo da subito al consolidamento della cripta.

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