Sito archeologico di Pompei - Jurina & Radaelli
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La messa in sicurezza degli scavi di Pompei

Interventi reversibili con stralli in acciaio

Per noi è stato un vero piacere essere chiamati per l’intervento di messa in sicurezza delle strutture di Pompei, un sito conosciuto in tutto il mondo per il suo alto valore culturale, storico e architettonico.

Il problema di messa in sicurezza riguardava la stabilità di alcuni muri e numerose colonne degli edifici delle Regio I, II e III. In particolare, una serie di pareti, di altezza tra i 2 e i 4 metri, realizzate in pietra eterogenea e legate da buona malta, risultavano prive di solai che cercassero di contenerle e di fornire stabilità globale.

La richiesta della Committenza (Parco Archeologico di Pompei) presupponeva interventi leggeri e risolutivi e, allo stesso tempo, sufficientemente eleganti e reversibili. Un primo intervento, replicato su numerosi elementi, ha previsto la strallatura dei maschi murari isolati con l’uso di cavi per renderli stabili e metterli in sicurezza in risposta ai carichi orizzontali da sisma e da vento, nonché da incauti visitatori, talvolta causa di danneggiamento. La soluzione più semplice avrebbe previsto di bloccare gli stralli direttamente a terra con piccoli pali o zavorre nascoste all’interno del terreno; tuttavia, l’elevata possibilità di incontrare preesistenze di epoca sannitica al di sotto del livello romano del 79 d.C. ha escluso l’impiego di elementi profondi, optando per zavorre esterne, in calcestruzzo contenuto in un cassero di acciaio corten, che assume il ruolo di elemento architettonico. Il sistema è assolutamente ri-tesabile, strutturalmente efficace e reversibile.

Un ulteriore intervento di stabilizzazione è stato realizzato sulla famosa “casa della grata metallica”. Si tratta di un atrio tetrastilo di epoca sannitica, con quattro colonne poste a sostegno del compluvio, che in origine era protetto da una grata metallica, della quale si rinvennero i resti ben conservati nel corso dello scavo della casa, iniziato nel 1873. La casa subì prima i danni dal bombardamento del 1943 e poi quelli del terremoto del 1980, tanto da richiedere, con il restauro del 1982, la realizzazione di una cordolatura sommitale in cemento armato, al di sopra delle quali venne ricostruito il cordolo di muratura di sacrificio e venne riproposta copia della grata metallica. Era evidente la vulnerabilità sismica delle quattro colonne e dunque la necessità di fornire un presidio strutturalmente efficace, ma che, al contempo, evitasse ingombranti ponteggi di messa in sicurezza, particolarmente impattanti e limitanti alla fruibilità del luogo. Siamo quindi intervenuti con una strallatura diversa da quella usuale, laddove la stanza si è rivelata troppo piccola per fare scendere gli stralli fino a terra. Siamo andati così a inserire stralli in acciaio inox che si ancorano nei quattro spigoli dell’atrio ad un’altezza di circa 2 metri da terra e disegnano, se vista dall’alto, una stella a quattro punte. La soluzione ha restituito sicurezza e piena visitabilità del luogo.

Un altro intervento ha riguardato invece la messa in sicurezza di un muro isolato, da tempo puntellato con ponteggi che bloccavano il passaggio dei visitatori su una delle vie principali di Pompei. Abbiamo in questo caso sfruttato il muro dell’edificio situato sul lato opposto, utilizzando scatolari in acciaio, posti alla quota di 3 metri da terra, che lavorano ora da puntello, ora da tirante, impedendo il ribaltamento della parete. La strada è stata così riaperta al pubblico.

Più complicato è stato l’intervento di stabilizzazione delle colonne isolate della “Casa del Citarista”. L’intervento è poco visibile e collega la testa delle colonne, una all’altra, tramite elementi orizzontali in tiranti di acciaio inox che si vincolano, a loro volta, ai muri perimetrali dell’edificio, scongiurando possibili collassi.

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